Antelao: versante Nord con gli sci
Ararat con gli sci
Maggio 2003, dopo anni di divieti delle autorità Turche (l’Ararat si trova in una zona Curda
incuneata tra i confini dell’Azerbaijan , Armenia, Iraq) la richiesta per la salita (inoltrata
ancora alcuni anni prima) finalmente è stata accolta.
Partono alla volta della “conquista” del monte sacro alcuni componenti del Gruppo Ragni – Angelo De Polo, Andrea Gracis, Ernesto Querincig– , il famoso alpinista himalayano Giuliano De Marchi
e i compagni Luciano Di Mai , Mauro Ciotti e Andrea Antoniol.
E’ una delle prime spedizioni invernali (se non la prima) con gli sci composta da soli italiani ed in completa autonomia.
Si sale dall’abitato di Dogubayazit (1700 m.) con dei fuoristrada e poi dei cavalli per il materiale fino a
3000 m. per il campo base, a 4100 m. il 1° campo e infine in vetta.
Il Monte Ararat (5165 m.) non presenta particolari difficoltà alpinistiche, ma principalmente
meteorologiche: si tratta di una cima “bizzarra” che, trovandosi nel mezzo delle correnti fredde provenienti
dall’Artico e la Russia e le correnti calde del deserto Arabico, è battuta da forti venti con
temporali, grandinate e nevicate praticamente giornaliere.
La montagna è di origine vulcanica (l’ultima eruzione è datata 1840) e considerato un monte sacro
dalle popolazioni locali è Massis (ovvero la madre del mondo), mentre
per la popolazione Curda è invece la “montagna del dolore” (Agri Dagi)
Antelao: I Crostoli di S.Lorenzo
In breve
Via | I crostoli di S. Lorenzo | Sviluppo | 350 metri |
---|---|---|---|
Cima | La Rocca | Ore | 6 ore |
Gruppo | Antelao | Grado massimo | 8 |
Data | 10/08/1995 | Versante | Sud |
Salitori
- Orfeo Da Via’
- Antonio Mereu
Attacco
Si inizia a salire “in conserva” (II e II+) per caratteristici gradoni per circa 300 metri (attacco).
Relazione tecnica
- Si sale sulla sinistra del pilastrino per un avancorpo facile fino a raggiungere una placca (spit di progressione) che si supera per esile fessura puntando poi a destra verso una bombatura. Sosta (20 m. di IV, V e VI+ 3 chiodi intermedi lasciati).
- Sempre per fessura, che qui diventa piu’ marcata, si sale per 15 m. con un’arrampicata molto atletica ed elegante (utile qualche friends) fino in sosta (20 m. di V+, VI+ e A0 (oppure VIII- ) 3 chiodi intermedi lasciati e 2 di sosta lasciati)
- Si prosegue ancora per fessura che dopo pochi metri si dirama in due direzioni: si segue quella di destra, poi per rocce lavorate dall’acqua si esce in vetta al pilastrino. Sosta (20 m. di V,VI+, IV+ e V; 1 chiodo intermedia lasciato, 2 chiodi di sosta lasciati).
Discesa
Dalla cima del pilastrino si punta al colletto che la congiunge con la cima principale de La Rocca. Si trova un primo camino dove, scendendo un metro, si trova uno spit di calata e con 50 metri (corda doppia) si e’ nuovamente alla base del pilastrino. Poi seguendo il percorso iniziale “in conserva” si raggiungono le ghiaie basali.
Note
Via moderna che si sviluppa su roccia stupenda, le soste e protezioni sono state lasciate. L’arrampicata su questa via offre emozioni da palestra pur essendo in quota.
Tofana di Rozes: Bye-bye friend
In breve
Via | Bye-bye friend | Sviluppo | 300 mt |
---|---|---|---|
Cima | Tofana di Rozes | Ore | 5 ore |
Gruppo | Tofane | Grado massimo | V |
Data | 04/06/1983 | Versante | Parete Sud |
Salitori
- Ferruccio Svaluto Moreolo
- Paolo Pompanin
Attacco
Sulla verticale della striscia nera presso un canalino detritico.
Orientamento generale
La via si sviluppa lungo l’evidente striscia nera che caratterizza la parete immediatamente a destra della via Eotvos-Dimai.
Relazione tecnica
- Seguire il bordo del canalino fino alla base di una difficile placca nera (40 m. di II).
- Salire lungo la placca fino ad una larga fessura e seguirla per un tratto (45 m. di III e IV).
- Continuare per la fessura e, prima che questa termini su una cengia, traversare a sinistra fino alla base della striscia nera sopra la cengia (40 m. di III+).
- Salire piu’ o meno verticalmente piegando leggerermente verso sinistra fino a raggiungere una cengia (45 m. di IV e V, un chiodo).
- Traversare sulla cengia verso sinistra e dove e’ piu’ facile salire fino sotto a delle placche gialle (30 m. di III).
- Proseguire lungo la striscia nera, obliquando leggermente verso destra (40 m. di IV e V).
- Superare un piccolo strapiombo e proseguire sempre lungo la striscia nera (35 m. di V e V+, un chiodo).
- Seguire sempre la striscia nera che in alto diventa fessura e poi camino, giungendo infine sulle facili rocce della via Eotvos-Dimai (40 m. di IV).
Note
Bella via su roccia ottima, consigliabile qualche chiodo e nuts.