EVEREST
70 Sul tetto del Mondo
La proiezione del Film
Mercoledì 27 dicembre 203 ore 20:30 nella sala della magnifica comunità di Cadore a Pieve di Cadore
@cadore_dolomiti@cai_pieve_di_cadore
Solo per un sorriso
Nuova via di ghiaccio sulla Croda di Cacciagrande nel Gruppo del Sorapiss
Difficoltà: WI 5+ 170m
Primi salitori: Francesco Rigon e Mirco Grasso
Materiale: 10 viti da ghiaccio (anche corte) e una serie di Friend (misure dal 0,4 al 3 BD)
Accesso: Dalla Loc. Valbona, raggiungibile da Auronzo di Cadore lungo la SR48 direzione Misurina parcheggiando all’ex hotel Cristallo 1350m, seguire il segnavia 217 fino al rif. Vandelli (bivacco invernale con 6 posti). Proseguire brevemente per il sentiero che porta alla ferrata Vandelli e appena giunti su terreno aperto piegare verso Nord. Per terreno morenico giungere a quel che resta del ghiacciaio centrale e rimontare l’anfiteatro del ghiacciaio fino al suo culmine (3-4h in funzione dell’innevamento). Per guadagnare l’attacco vero e proprio bisogna risalire un evidente rampa canale sulla sinistra e attraversa su terreno moderatamente ripido verso destra fino alla base della evidente cascata (1h da affrontare solo con nevi assestate)
Descrizione dei tiri:
- Salire la goulotte con andamento semicircolare prima a destra e poi verso sinistra fino alla base del muro di ghiaccio. Sosta su due chiodi. AI3 M 60m
- Salire il muro di ghiaccio e proseguire per la colonna soprastante fino ad un ripiano sulla sinistra dentro un camino. Sosta da attrezzare su 3 friend (misure BD 1 2 3). WI5+ 50m
- Proseguire per la colata verticale a destra della sosta fino a raggiungere terreno più appoggiato. Sosta su ghiaccio alla base del tiro successivo. WI5 35m
- Salire il muro di ghiaccio dell’ultimo tiro sul margine destro fino a raggiungere una nicchia. Sosta su 2 chiodi al margine destro della nicchia. WI 5+ M 30m
Discesa: In doppia lungo la via. La prima doppia su chiodi (40m). La seconda su abalakov da attrezzare sopra il muro verticale del 3° tiro (55m) fino alla prima sosta. Ultima doppia su chiodi (60m).
Breve racconto:
È da un po’ di tempo che avevo voglia di mettere il naso in questo angolo sperduto delle dolomiti, e la settimana scorsa durante una gita di scialpinismo sui Cadini di Misurina intravedo una linea di ghiaccio sul Sorapiss, e il sogno di questa salita inizia a nascere.
Il Mircone non vedeva l’ora di ingaggiarsi in una nuova avventura, così sabato sera viene a dormire da me e alle 6 di domenica (19/12/2023) siamo in partenza da Valbona carichi come i muli. Sì perché avevamo il materiale per una salita dal carattere incognito e pure i parapendii per una discesa agevole.
L’avvicinamento non ha nulla da invidiare a quelli patagonici, ci impieghiamo 5h ad aprirci la strada fino all’attacco, e un’altra per risalire lo zoccolo.
Siamo stanchi morti, ma appena iniziamo a scalare il morale si rialza, la linea si rivela molto più interessante e impegnativa di quello che sembrava dal basso, la scalata è entusiasmante ed ingaggiosa.
In sosta all’ultimo tiro, dopo un po’ di brainstorming su come fare a costruire un ancoraggio senza lasciare 4 friend da abbandono, riusciamo a piantare 2 chiodi bomba e finalmente esplode la gioia per aver concluso questa bella salita.
Iniziamo le calate con un tramonto meraviglioso, purtroppo quel tramonto sarebbe stato ancora più bello visto sotto la vela durante una piacevole planata fino alla macchina. Ma poco male arriviamo al deposito materiale che è già buio e iniziamo la “breve” discesa che in 3h ci riporta alla macchina.
Il nome nasce da una riflessione che abbiamo fatto lungo la discesa… È incredibile quello che siamo disposti a fare per una prima salita. Tutta quella fatica per qualcosa che forse, visto da fuori, non vale neanche molto…ma va vissuto, ed ecco che diventa gioia pura. Ho pensato di dedicare il nome della via a mio figlio Pietro; vuole senza pretese essere una metafora di quello che un genitore è capace di fare, in cambio anche solo di un sorriso del proprio figlio.
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MARMAROLE
Bellissima roccia in MARMAROLE….. con la guida alpina del Gruppo Rocciatori Ragni Pieve di Cadore: Francesco Rigon. Francesco Rigon
Cadore Dolomiti
ANTELAO SKI ALP 2024
Aspettando la data dell’evento
E’ un percorso sci alpinistico ad anello, tracciato e messo in sicurezza dalle guide del gruppo per dare la possibilità a tutti gli appassionati, che abbiano le caratteristiche minime richieste all’iscrizione, di poter svolgere una gita in autonomia su queste splendide montagne assistiti dai professionisti. Dynafit Tuttosport SNC SPORTLER Calalzo Soccorso Alpino e Speleologico Veneto – CNSAS Cadore Dolomiti Gruppo Rocciatori Ragni Pieve di Cadore
La CRODA BIANCA…il Cervino del Cadore
Enorme montagna delle Marmarole che ti da il benvenuto già salendo dalla pianura.
Quante volte ogni la guardo passando sulle strade dei nostri paesi..
Quante volte ci sono passato sotto sul sentiero che va dal Rif. Bajon al rif. Chiggiato e viceversa o magari passando sulle sue cengie..
“Aprire una via nuova li deve essere una figata” ho sempre pensato..
Be uno di quei giorni che vai per montagna senza molte idee in testa, mi son trovato a girare su per il Vallon del Froppa e ho visto sta specie di avancorpo (cosi credevo io)che era circa un terzo della parete sul
versante verso la Cresta d’Aieron.
Sotto una pioggia estiva,(con l’ombrello come il peggiore degli alpinisti della domenica) mi son messo a cercare una linea di salita che comprendesse una via accettabilmente interessante e con roccia buona.
Arrivato prima di questo pilastro, visto che la pioggia stava diventando temporale, mi sono riparato in un piccolo “Landro” che era perfettamente riparato e asciuttissimo.
Faccio per sedermi appoggiando la mano a terra senza vedere che c’era un CARDO stupendo, che come tutti sanno è bellissimo, forte e intoccabile appunto perché pieno di aculei, mi tiro su di scatto come fossi
saltato su una bomba, guardo il palmo ed era come fossero state tatuate due labbra da tante spine erano piantate.
Li ho pensato tra me e me ”ho anche già il nome della via, IL BACIO DEL CARDO devo proprio provar a aprire una linea su qua.”
Così rannicchiato tra ginocchia e mento.. ho aspettato che spiovesse, fatto due foto alla parete e son tornato verso casa progettando il da farsi.
In più viaggi e un po alla volta ho portato nel “Landro” il materiale che mi sarebbe servito per cominciare sto nuovo cantiere, assumendo per la manovalanza anche la mia nipotina Maria Dalla Fontana, cresciuta
anche lei tra queste montagne e adesso chirurgo veterinario in Gran Bretagna.
Con lei ho aperto il primo tiro e poi causa la batteria del trapano finita nel ghiaione, siamo scesi posticipando ancora la progressione della via.
In un’altra giornata scalando da solo ho aperto in auto sicura altri due tiri, e poi durante il raduno dei gruppi alpinistici delle dolomiti “Dolomia”(la quale organizzazione quest’anno era stato fatto dal Gruppo a cui
appartengo Gruppo Ragni di Pieve di Cadore) assieme a Mauro Devich un carissimo amico, nonché Guida Alpina del Ufficio Guide di Cortina D’Ampezzo e appartenente ai Caprioli di San Vito di Cadore, abbiamo
aperto altri 5 tiri.
Ci aspettavamo di finire quello che sembrava un avancorpo staccato dalla parete, ma arrivati ad una cengia e fatto un altro tiro abbiamo realizzato che quello che si vedeva dal sentiero era solo uno sperone e che la
parete dove stavamo salendo era integra e proseguiva per altri due terzi.
Finiti batterie e spit ci siamo calati con l’intento di tornare al più presto per continuare ma il maltempo e
poi il ghiaccio sulla strada per pian dei buoi ci hanno costretti a desistere.
Per ora pubblichiamo sti tiri, poi vediamo se a primavera troveremo la voglia e il tempo magari ci riserviamo
di continuare li dove abbiamo lasciato sta via che, senza pretese, potrebbe essere un bel passare una giornata in un ambiente favoloso.
Il nostro Ragno Gianmario Meneghin con l’Amico Mauro Devich