
“TUTTAVITA” TORRE LAURA – SPERONE SUD gruppo del Ciareido, Marmarole.
La Cruna dell’Ago
Gianmario Meneghin

Flavio Durigon
La Cruna dell’Ago Qualche anno fa passando su per forcella Scodavacca,avevo visto una possibile bella linea sulla Cima Maddalena e da li a poco assieme a degli altri amici sempre del Gruppo Rocciatori “RAGNI”avevamo aperto “Generazioni”una bella vietta che abbiamo dedicato a un vecchio “Ragno”scomparso Lanfranco Cicci Cattel. Nei momenti di riposo durante l’apertura tra un tiro e l’altro guardavo l’Ago del Cridola dirimpettaio proprio della via che stavamo aprendo,e mi chiedevo quante vie,a parte la via Costacurta-Reginato,andassero su per quella parete di quasi 500 metri fino in cima. Dopo essermi informato sugli itinerari e aver scoperto che non c’erano altre vie che salissero il pinnacolo più bello del Cridola ho pensato di aprirne una nuova io. Cosi un pò alla volta ho cominciato a portare su alla base il materiale che mi sarebbe servito per aprire una via come e dove volevo io. Come,perché volevo aprire un itinerario con protezioni sicure,e dove,perché volevo cercare oltre alla linea logica anche la difficoltà sulla roccia migliore. Ho aperto i primi tiri da solo in auto sicura,mettendo una corda fissa per risalire nelle volte successive fino a dove ero arrivato nell’apertura,poi vedendo che da solo la cosa veniva tirata troppo per le lunghe mi sono fatto assicurare da degli amici che si sono generosamente alternati nelle varie volte che siamo saliti dal Rif. Padova fino a questa nuova creatura che pian piano stava crescendo. Domenica 14 Agosto 2016 con Christian Casanova abbiamo chiuso il conto. Avrei voluto fare una linea completamente nuova ma il diedro camino degli ultimi tiri era un opera d’arte naturale che non aveva bisogno di altro e visto che proprio sulla cima il sasso incastrato dove c’è la sosta di vetta crea un grosso foro proprio come il buco per far passare il filo negli aghi per cucire ,“La Cruna dell’Ago” mi sembrava il nome appropriato. Ringrazio chi è venuto con pazienza a condividere l’apertura di questa modesta via,Alessandro Marengon il nostro instancabile cyborg d’acciaio ,Giorgio Venturelli,Flavio Durigon compagno di mille avventure nonché uno dei miei migliori amici e la domenica finale, il fortissimo e simpaticissimo Christian Casanova l’alpinista ingegnere futura guida alpina che ha appena aperto una via molto dura con poche protezioni la “Via Marty” sulla bellissima parte Nord-Est del Mimoias. Un doveroso ringraziamento va anche a Paolo De Lorenzo e Barbara Super gestori del Rif.Padova che con la loro esperienza,ospitalità e cortesia sono sempre presenti e disponibili sia per alpinisti,escursionisti e soccorritori in uno dei rifugi meglio gestiti delle Dolomiti. Era tanto che volevo dedicare una via a mio padre e mio figlio… la Cruna del Ago è per loro.
Alessandro Marengon
Frostian con Ghin
VIA SPIGOLO ANJA
Croda dell’Arbel (parete est)
Concatenamento alpinistico delle Marmarole Orientali
E’ la proposta alpinistica dell’estate cadorina. Non si tratta di una gara e neppure di
una dimostrazione tecnica. Non ci sono iscrizioni e neppure orari di partenza e ordini di
arrivo. L’invito è a compiere il CONCATENAMENTO ALPINISTICO ED ESCURSIONISTICO
delle Marmarole Orientali.
Cresta dei Bastioni

Due giovani del Gruppo Ragni di Pieve di Cadore, Alex Pivirotto di Calalzo e Giuliano Baracco di Valle di Cadore, hanno compiuto la non facile attraversata della Cresta dei Bastioni in invernale.
Partiti dalla Capanna Degli Alpini (1396 m.), i due Ragni sono saliti verso il Circolo di Vanedel sotto la Croda De Marchi, poi fino a quota 2700 m. della cresta, proseguendo per oltre 1000 metri lungo la cresta affilata fino alla Cima Bastioni Nord (2907 m.). Hanno poi raggiunto la cima Bastioni Sud (2926 m.) con bivacco appena sotto la cima. Il giorno successivo la discesa verso il bivacco Voltolina versante Nord, risalendo poi la forcella Vanedel per ridiscendere infine in Val D’Oten. L’itinerario fu aperto il 06/07/1890 dalla famosa Guida di Auronzo Pacifico Orsolina, con il cliente Darmstadter — che ne diede il nome — e il compagno Jstabler. La cresta, nonostante non presenti difficoltà elevate (3+), è paragonabile alle creste affilate delle occidentali (cosa rara in Dolomiti) acquistando difficoltà tecniche in condizioni invernali.