Sulla vetta dell'Antelao due "Ragni" in quattro ore e mezza
Verso la fine di dicembre due giovani appartenenti alla
società "Ragni" di Pieve di Cadore, Rubes Genova
e Giacobbi Aldo, hanno raggiunto la vetta, dell'Antelao
per la normale Via Ossi impiegando nella salita
l'ottimo tempo di quatttro ore e mezza.
L'impresa che vanta già parecchie ripetizioni, trova particolare rilievo nel fatto che i due giovani alpinisti sono all'inizio della loro attività e non si può disconoscere che la salita invernale del monte Antelao presenti difficoltà trascurabili ed incognite che si possono presentare inaspettatamente, in dipendenza alle condizioni di innevamento della montagna. I due giovani, partiti alla volta di S. Vito, iniziarono la marcia per Forcella Piccola alle ore 9 del mattino circa. I pesanti fardelli, e più tardi la spessa coltre di neve, contribuirono a rendere molto faticoso il procedere, per cui l'agognato Rifugio Galassi fu raggiunto solo verso le ore 12.30. Loro prima cura fu quella di predisporre il bivacco nelle adiacenze dello stesso rifugio. non avendo avuto il tempo di chiedere, nella fretta della decisione della partenza, il permesso per una migliore sistemazione a riparo nello stabile del Rifugio. Le condizioni atmosferiche si mantenevano costantemente buone, e le prime ombre della sera giunsero accompagnate da una gelida brezza del nord, che fece scendere la temperatura a meno di 18 gradi; i sacchi a piuma accolsero ben presto i due giovani e la notte, nonostante l'inclemenza della temperatura. trascorse discretamente. Al mattino successivo la partenza fu data alle ore 7.30; dato l'alto strato di neve, fu necessario usare le racchette e l'incedere divenne lento e faticoso. Raggiunsero così le rocce d'attacco, che conducono sulle famose "lastre"; tolte le racchette, che a questo punto sarebbero servite più d'impaccio che di ausilio e, data una rapida occhiata allo scopo di individuare un punto d'attacco favorevole, ritennero conveniente risalire un ripido canalone sulla sinistra, all'incirca in direzione della Via Lindermann. La forte pendenza e l'assoluta mancanza di ramponi, corda e da picozza consigliarono mille attenzioni; l'ostacolo superato felicemente e poterono così raggiungere le "lastre" sulle quali la neve ventata offrì una più celere marcia di avvicinamento alla vetta che un'atmosfera cristallina ed un sole splendente faceva sembrare più che mai prossima. L'anticima fu guadagnata in un tempo relativamente breve, dopo aver attraversato un'aerea cresta di neve resa particolarmente difficile dalla precarietà di resistenza del crinale, sia da un fortissimo vento che sollevava turbini di neve polverosa. Ormai la vetta era, a portata di mano e con l'euforia e la soddisfazione di aver superato brillantemente le difficoltà precedenti ben presto si trovarono sulla cuspide terminale Erano le ore 12. Una felice stretta di mano, il tempo di fare qualche fotografia a quell'incomparabile spettacolo di bellezza e, dopo uno spuntino a base di energetici i due giovani scalatori iniziarono la discesa raggiungendo il rifugio alle ore 14.30 circa. La prospettiva, di un'altra notte all'addiaccio non li turbò minimamente tanta era la gioia e la soddisfazione per l'impresa compiuta; il giorno successivo scesero a valle portando nel cuore il ricordo di uno dei giorni più belli della loro vita.
L'impresa che vanta già parecchie ripetizioni, trova particolare rilievo nel fatto che i due giovani alpinisti sono all'inizio della loro attività e non si può disconoscere che la salita invernale del monte Antelao presenti difficoltà trascurabili ed incognite che si possono presentare inaspettatamente, in dipendenza alle condizioni di innevamento della montagna. I due giovani, partiti alla volta di S. Vito, iniziarono la marcia per Forcella Piccola alle ore 9 del mattino circa. I pesanti fardelli, e più tardi la spessa coltre di neve, contribuirono a rendere molto faticoso il procedere, per cui l'agognato Rifugio Galassi fu raggiunto solo verso le ore 12.30. Loro prima cura fu quella di predisporre il bivacco nelle adiacenze dello stesso rifugio. non avendo avuto il tempo di chiedere, nella fretta della decisione della partenza, il permesso per una migliore sistemazione a riparo nello stabile del Rifugio. Le condizioni atmosferiche si mantenevano costantemente buone, e le prime ombre della sera giunsero accompagnate da una gelida brezza del nord, che fece scendere la temperatura a meno di 18 gradi; i sacchi a piuma accolsero ben presto i due giovani e la notte, nonostante l'inclemenza della temperatura. trascorse discretamente. Al mattino successivo la partenza fu data alle ore 7.30; dato l'alto strato di neve, fu necessario usare le racchette e l'incedere divenne lento e faticoso. Raggiunsero così le rocce d'attacco, che conducono sulle famose "lastre"; tolte le racchette, che a questo punto sarebbero servite più d'impaccio che di ausilio e, data una rapida occhiata allo scopo di individuare un punto d'attacco favorevole, ritennero conveniente risalire un ripido canalone sulla sinistra, all'incirca in direzione della Via Lindermann. La forte pendenza e l'assoluta mancanza di ramponi, corda e da picozza consigliarono mille attenzioni; l'ostacolo superato felicemente e poterono così raggiungere le "lastre" sulle quali la neve ventata offrì una più celere marcia di avvicinamento alla vetta che un'atmosfera cristallina ed un sole splendente faceva sembrare più che mai prossima. L'anticima fu guadagnata in un tempo relativamente breve, dopo aver attraversato un'aerea cresta di neve resa particolarmente difficile dalla precarietà di resistenza del crinale, sia da un fortissimo vento che sollevava turbini di neve polverosa. Ormai la vetta era, a portata di mano e con l'euforia e la soddisfazione di aver superato brillantemente le difficoltà precedenti ben presto si trovarono sulla cuspide terminale Erano le ore 12. Una felice stretta di mano, il tempo di fare qualche fotografia a quell'incomparabile spettacolo di bellezza e, dopo uno spuntino a base di energetici i due giovani scalatori iniziarono la discesa raggiungendo il rifugio alle ore 14.30 circa. La prospettiva, di un'altra notte all'addiaccio non li turbò minimamente tanta era la gioia e la soddisfazione per l'impresa compiuta; il giorno successivo scesero a valle portando nel cuore il ricordo di uno dei giorni più belli della loro vita.